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In questi giorni sono stati riaccesi i riflettori su questo caso di cronaca italiano perché i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria hanno respinto la richiesta di attenuanti generiche per Antonio De Pace, condannato all’ergastolo per l’omicidio della fidanzata Lorena Quaranta, all’epoca dei fatti di 27 anni.
Secondo la Corte, la difesa di De Pace ha dato “troppa enfasi” al presunto stress da Covid come fattore scatenante che avrebbe influito sull’omicidio avvenuto il 31 marzo 2020.
La sentenza di appello ha quindi confermato la condanna di primo grado, ribadendo la ricostruzione dei fatti emersa durante il processo.
Non abbiamo finora trattato questo caso nel nostro blog, quindi ho pensato di parlarne, perché Lorena sia ricordata ancora, perché giustizia è stata fatta.
Chi era Lorena Quaranta?
Lorena Quaranta era una giovane ragazza siciliana, cresciuta a Favara, una piccola cittadina agrigentina, di soli 27 anni; Lorena era prossima alla laurea e sognava di diventare pediatra.
Chi conosceva Lorena, la descriveva come una ragazza sempre sorridente, una “sognatrice”, e nessuno avrebbe mai pensato che la vita di questa bella ragazza dagli occhi chiari si sarebbe spezzata in modo così violento il 29 marzo 2020, in pieno periodo COVID-19.
Ricostruzione dei fatti:
Lorena è stata picchiata, strangolata ed uccisa dal fidanzato che, in seguito al folle gesto, ha cercato di togliersi la vita; non riuscendoci, ha contattato le forze dell’ordine.
Interrogato dagli inquirenti, ha detto: “Se non erro alle quattro o cinque di mattina, l’orario non lo ricordo. Ho usato un coltello, ho usato un piede, l’ho colpita alla testa con una lampada, l’ho colpita con un coltello all’addome e poi è morta. Con una lampada l’ho colpita alla faccia, la lampada era sul comodino. Le mani le ho messe al collo. L’ho affogata. Non ho altro da dire. Il coltello era a lama a seghetto.”
IL LITIGIO: “La mia ragazza ha reagito, abbiamo avuto una colluttazione e poi l’ho uccisa. È iniziata una lite alle nove di sera circa e poi l’ho ammazzata alle quattro. Avevo litigato perché soffrivo di ansia per il Coronavirus.”
Ribadisce che dopo aver ucciso la convivente ha tentato il suicidio: “Ho tentato il suicidio tagliandomi le vene, mi sono messo nella vasca da bagno per suicidarmi, per affogarmi.” Senza riuscirci.
Antonio De Pace pare avesse un comportamento molto possessivo con la ragazza, che nei giorni precedenti al delitto aveva tentato di allontanarsi, ma sicuramente le restrizioni dovute al COVID-19 hanno reso difficile prendere una decisione netta, in un periodo particolare nel quale si restava confinati in casa; pare che De Pace soffrisse di problemi psichiatrici, ma nessuno avrebbe mai potuto prevedere l’immane tragedia che sarebbe avvenuta.
Il Processo:
De Pace, dopo aver confessato l’omicidio, è stato condannato inizialmente all’ergastolo. Tuttavia, la vicenda giudiziaria ha preso una piega controversa quando la Corte di Cassazione ha annullato questa sentenza con rinvio nel luglio del 2024, citando come possibile attenuante lo “stress da Covid”. Questo ha generato un’ondata di sdegno e critiche da parte dell’opinione pubblica e delle associazioni contro la violenza di genere.
Le motivazioni della Cassazione includevano la necessità di valutare se le particolari circostanze legate alla pandemia potessero influire sulla responsabilità penale dell’imputato. Nonostante questa decisione, successive sentenze hanno confermato l’ergastolo per De Pace, ribadendo la gravità del crimine senza concedere attenuanti legate allo stress pandemico.
FIGLIA DELL’UNIVERSITÀ DI MESSINA:
Così è stata chiamata Lorena dal rettore dell’Università di Messina che il 20 ottobre 2020 ha rilasciato ai genitori la pergamena di Laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e lode in memoria di Lorena.
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CONCLUSIONI:
Il caso dell’omicidio di Lorena Quaranta apre una serie di dibattiti:
- Sulla violenza di genere, il femminicidio, purtroppo sempre più presente nelle pagine di cronaca del nostro paese.
- Sulla necessità di supporto, non solo a chi vive in prima persona dei problemi psichici, ma anche a chi è vicino ai pazienti.
- Sulle relazioni tossiche difficili da troncare.
- Sul ruolo delle istituzioni in tutti questi problemi sociali attuali.