La triste storia di Giovanni Santus
Nei giorni scorsi è balzata alla cronaca una notizia che mi ha fatto accapponare la pelle.
L’omicidio di Giovanni Santus, un senza tetto di 58 anni attirato con l’inganno in un appartamento con la promessa di una bella doccia rinfrescante, trovato senza vita a Cuneo l’8 Luglio ultimo scorso.
Il ritrovamento del corpo:
Il corpo senza vita del poveruomo è stato rinvenuto nella doccia di un’abitazione nel rione di Chiavazza, a Biella.
Dall’esame del corpo è parso subito che le cause della morte non erano naturali ma ci si trovava davanti ad un caso di omicidio: l’autopsia ha evidenziato alcune gravi lesioni, come lo sfondamento della cassa toracica in due punti e varie ustioni.
Le indagini:
Nel registro degli indagati sono state coinvolte quattro persone, ma sembra che tutti gli indizi portino all’accusa di un 21 enne che sembra sia stato l’esecutore materiale del folle gesto; da approfondimenti pare abbia invitato il mal capitato in in casa di conoscenti per fare una doccia, un toccasana, avrà pensato Giovanni Santus, soprattutto per le temperature altissime degli ultimi giorni per chi come lui abitava in strada ; “Gino”, cosi era conosciuto da tutti, andò in quell’appartamento ignorando che lì avrebbe trovato non una doccia ristorante ma una morte violenta e dolorosa; le indagini sono ancora in corso ma pare che l’accanimento ed il folle gesto sia avvenuto per futili motivi per “una bottiglia di GIN”, infatti era stato accusato dal padrone di casa di aver scolato furtivamente l’intera bottiglia.
Dalle ricostruzioni:
Sembra che arrivato in quell’appartamento sia stato violentemente picchiato e poi messo in doccia sotto un getto d’acqua bollente, come evidenziano le ustioni riportate; pare che dei quattro indagati solo il giovane A.B. sia stato l’esecutore materiale e che gli altri tre coinvolti si siano però macchiati di complicità e di avere ritardato l’arrivo dei soccorsi che potevano salvare la vita dell’uomo, hanno dichiarato ai soccorritori del 118 che la causa della morte era stato un malore avvenuto mentre era sotto la doccia, cosa esclusa al primo esame autoptico.
Considerazioni: Indubbiamente le indagini sono ancora in corso e sarà la giustizia a confermare o meno le dinamiche e le responsabilità, ma mi faccio delle domande
-Come si può uccidere per “una bottiglia di GIN”?
-Che valore ha la vita di una persona?
-Che cosa può scatenare tanta furia nella mente di un ragazzo di quella giovane età?
Mi chiedo se questa efferatezza era a causa della condizione di clochard di Gino, uno degli ultimi, uno degli invisibili, che viveva per strada in compagnia della sua cagnetta, Betty (foto), un meticcio che amava come un membro della sua famiglia e che adesso si ritrova senza il suo compagno di vita; mi chiedo quando e se mai si arriverà ad un giorno in cui il “diverso” non sia considerato un nemico o qualcosa di abbattere.
Questo fatto di cronaca mi fa ritornare alla mente altri casi analoghi come Frederick Akwasi Adofo che a 43 anni venne ucciso di botte solo un mese fa…a Giugno a Pomigliano da due sedicenni.
Non possiamo e non dobbiamo “abituarci” a questi orrendi crimini.
Fatemi sapere nei commenti se questa storia vi ha fatti arrabbiare e vi ha sconvolto così come lo ha fatto con me.
Per True Crime Italia
Nathaniel Brooks